SCRITTORI DI MARE E D'AVVENTURA

 


L’avventura è uscire dal perimetro, e lo spazio superlativo dell’avventura non può che essere quello spazio senza perimetro che è il mare. Avventura e mare sono 2 topoi letterari che convergono, e che astrologicamente corrispondono in larga misura al simbolismo di Nettuno, astro della destrutturazione, della fuga, del moto centrifugo, dell’invisibile. Naturalmente un’indagine che li prenda ad oggetto dovrebbe partire da Omero… ma di lui, come si addice a un vero capostipite nettuniano, non sappiamo nemmeno se è esistito. Lo “scrittore di mare e di avventura” è infatti colui che fa della dislocazione la sua missione, evade il reale, si dissipa e dissolve nell’altrove, fugge da se stesso o dagli altri e si costruisce un destino imprevedibile, erratico, randomico e si potrebbe dire quasi fantasmatico.

Quando esiste un significato astrologico preciso da ricercare, e come in questo caso una sovradeterminazione simbolica, è interessante verificarla anche su database ristretti, puntando a frequenze che si discostino fortemente dai valori attesi. Naturalmente vanno sempre verificate le fonti, che in astrologia sono per loro natura incerte e nettuniane, e in questo ci soccorre l’ottimo Astrodatabank

L’indagine sarà svolta su 21 autori con dati completi più 5 senza orario (si va da Defoe a Dumas, da Swift a Wells, da Mutis a D’Arrigo ecc.), ma si è concentrata sui 5 autori che rappresentano nella maniera più esemplare e incontestabile il simbolismo mare-avventura, che hanno sostanzialmente messo uno scafo di parole in mare, e si sono avventurati su di esso nell’ignoto e nell’imprevedibile. Questi autori sono: Stevenson,  Melville, Verne, Conrad e Hugo Pratt. Tutti e 5 sono stati anche nella vita “scorridori dei mari”, tutti e 5 devono la loro fama soprattutto a storie di ambiente marino, tutti e 5 intendono il mare propriamente come un luogo di avventure e peripezie, condizioni che non sono soddisfatte ad es. per Hemingway, il cui Il vecchio e il mare è soprattutto una riflessione sulla lotta per la vita, con una trama basica e monotona, né per Poe o London, che se ne sono occupati solo per una parte minoritaria della loro produzione, o per Salgari, che non ha mai viaggiato.  

Il “centro di gravità” della nostra ricerca sarà dunque Nettuno, ma la letteratura, l’immaginazione, la fantasia sono legati principalmente alla Luna, e dunque andremo a indagare innanzitutto le relazioni e gli aspetti Luna-Nettuno. L’invenzione e il sovvertimento dell’aspettativa propri del genere avventuroso sono più specificamente significati da Urano, e quindi soprattutto nel caso degli autori più inventivi, o di quelli legati alla tecnologia e al futurismo fantascientifico, come Verne e Wells, indagheremo anche questo astro. La scrittura e il linguaggio sono collegati a Mercurio e Giove, e dovremo considerare questi pianeti soprattutto negli “stilisti”, scrittori più che romanzieri, come D’Arrigo e Mutis. Dovremo poi considerare i segni e le case legate al viaggio e all’attrazione per l’esotico, e dunque soprattutto il Sagittario (secondo domicilio di Nettuno) e la casa IX, ma naturalmente anche i Pesci (primo domicilio di Nettuno) e la XII, l’Acquario e la XI, e infine la triplicità dei segni d’acqua, elemento con cui gli autori considerati dovrebbero avvertire la maggior risonanza psichica.  

Bene, la prima verifica registra un sorprendente en plein, ovvero i 5 scrittori esemplari presentano tutti un aspetto Luna-Nettuno stretto e sovradeterminato: una forte congiunzione in Stevenson (Pesci) e Melville (Sagittario), un sestile e un trigono rispettivamente in Verne (Luna in segno d’acqua) e Hugo Pratt (Luna Sagittario), e un trigono più largo, con 8 gradi di tolleranza, in Conrad, che tuttavia si forma fra Luna-Cancro e Nettuno-Pesci, i 2 segni più equorei e nautici dello zodiaco. La media attesa era di 2 occorrenze (calcolando tolleranze di 10-10-7-5-5), ovvero dovevamo ritrovare l’aspetto solo in 2 scrittori. Il chi quadrato è dunque 4,5 e il P value a 2 code di 0,03, che è considerato statisticamente significativo. Il campione ovviamente è ristrettissimo e per quanto il P value indichi che la distribuzione non sia dovuta al caso, la verifica non ha certo un valore scientifico. Avremmo comunque uno scostamento molto più significativo se moltiplicassimo il dato per le variabili zodiacali, inoltre abbiamo ancora un valore positivo se allarghiamo la verifica a tutti i 21 scrittori, con un P value di 0,017 (14 occorrenze su 21: 4 trigoni, 3 congiunzioni, 2 opposizioni, 2 sestili e 3 quadrature, ovvero aspetti cosiddetti negativi, o per meglio dire tensivi, che riguardano però guarda caso 2 autori il cui destino fu segnato innegabilmente da un “cattivo” Nettuno, e cioè il suicida Salgari e l’alcolizzato Poe, e il “vagabondo professionista” Morley Roberts). Significativo per difetto, come controprova,  anche il P value di 0,04 degli aspetti della Luna con il razionale e prudente Saturno, che sono solo 2 su 21.



                                   il tema natale forse più esemplare, quello di R.L. Stevenson


Molto rispondenti sono anche le occorrenze nei segni e le case: il Sagittario e la casa IX, ovvero i significatori del viaggio e del lontano, sono fortemente occupati, con il Sole (il cosiddetto segno zodiacale) per Conrad, Luna e Ascendente per Pratt, Luna per Melville, Venere per Stevenson e Marte per Verne, più varie presenze, anche nel campione allargato, dell’acquatico Cancro, del nettuniano Pesci, dell’intraprendente Acquario e della casa IX. Molto bassa, per controprova, la frequenza nello stanziale Toro e la corrispondente II casa, poco occupata la sociale e razionale Bilancia, e l’abitudinaria VI casa (1 presenza). Troviamo invece 6 pianeti più Ascendente in segni di Terra in E.R. Burroughs, creatore di mirabolanti avventure ma il cui Tarzan al massimo annaspava in qualche fiumiciattolo, così come non troviamo “acqua” in Cervantes (entrambi extra campione), creatore del più immortale simbolo del picarismo e dell’erranza terrestre, Don Chisciotte.

Deludente la verifica degli aspetti di Mercurio (intelletto intuitivo, spostamenti brevi) con Nettuno, che sono appena nella media anche nel campione allargato, ma una buona frequenza registrano gli aspetti di Venere, astro affine alla Luna, col pianeta blu (12 su 26 nel campione allargato), il che sembrerebbe suggerire che l’attrazione di questi autori per il lontano attiene più alla sfera affettiva e emozionale che a quella intellettuale o a quella pratica. Ben rappresentato anche Urano, con congiunzione alla Luna in Melville, angolarità in Conrad e Pratt, buoni aspetti in Stevenson, e presenza di almeno 2 elementi forti in Acquario nei 2 autori di fantascienza, Verne e Wells. Anche nel campione allargato sono presenti numerose angolarità e occupazioni della zona Gauquelin.    

Ovviamente ciascuna di queste mirabolanti vite ed opere meriterebbe uno studio astrologico a parte, ma vogliamo almeno dedicare una nota a Emilio Salgari. Tutto nel suo tema natale corrisponde alla sua esistenza incredibile e drammatica. Nettuno ovviamente, dominante in IX casa, quella del lontano, nell’ardente Ariete, in aspetto a tutti i principali elementi del tema, che allucina e vaporizza tutta la sua vita, trasportandola in un universo fantasmagorico, che assomiglia all’ideazione delirante e convulsa di uno psicotico; il Sole-Mercurio in II, casa che ci parla del denaro, e dei debiti che lo costringevano a ritmi produttivi infernali; la Luna stessa nel sensibile e idrofilo Cancro, in XII casa, quadrata a Nettuno, indicatore da una parte della follia della moglie, dall’altra della fragilità psichica che lo portò a suicidarsi, così come aveva fatto il padre e come faranno tutti i suoi figli; e il Marte angolare in domicilio Ariete, che descrive la febbrile temperatura immaginativa dei suoi scritti. Snobbato dai critici, sfruttato dagli editori, vittima degli altri e di se stesso, si sventrò in un vallone della grigia e nebbiosa periferia di Torino, lasciando 150 lire ai figli, e i suoi Sandokan e perle di Labuan ai lettori.

Nel complesso quest’indagine di micro-astrologia, che per la ristrettezza del campione non può
certamente avere un valore scientifico-statistico, ma ne ha comunque uno indicativo e euristico, mi sembra confermare la tesi di partenza, accordandosi del tutto con la tradizione astrologica.

Certamente Joyce ha ragione quando identifica in Robinson Crusoe il prototipo del colonizzatore, in Venerdì il simbolo delle razze assoggettate, e nel loro racconto il prodotto di “quell’industria internazionale che è la fabbricazione economica del tipo imperialista inglese”, o Barthes quando riporta tutta la letteratura esplorativa a una banale mistica e a un’equivoca mitologia dell’avventura, ma altrettanto sicuramente queste letture non esauriscono le motivazioni dello scrittore nettuniano d’avventura, che vede nell’instabile, fluida, metamorfica massa che avvolge i tre quarti del globo un attrattore irresistibile, un simbolo delle rappresentazioni su cui tutti scivoliamo o galleggiamo, e insieme dell’abisso caotico e incomprensibile che esse nascondono.  


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