l'amore cosmico e astrale fra holderlin e suzette gontard
astrologicamente, la pazzia di holderlin ha una spiegazione semplice. il poeta ebbe la fortuna inestimabile e insieme la sfortuna irrimediabile di incontrare una donna che smuoveva la sua passione più profonda, quella che coincideva con le energie cosmiche più assolute e ingovernabili, quella che trascendeva la sfera psichica e non apparteneva più a lui, ma al fato e alle leggi divine. nel tema natale di suzette gontard, infatti, venere, a 0° ariete, si trova esattamente congiunta alla venere e al sole (29° pesci) di holderlin, mentre il sole, a 20° acquario, si trova congiunto all’altro significatore della passione di holderlin, marte, a 14° acquario. altri elementi confermano l’armonia fra i 2 temi ( privi delle le ore natali), e dunque la predestinazione dell’incontro.
ma suzette era sposata a un ricco banchiere, e il divieto di
frequentarla gli procurò il primo trauma. dopo pochi mesi, poi, suzette morì, e
la psiche di holderlin non resse più. la sua delicata sensibilità pescina e
nettuniana non poteva reggere a quell’incrinatura dell’universo, al vuoto
irrimediabile che si era spalancato innanzi a lui, lui che nelle sue liriche
aveva abbracciato l’amore, la vita, il cosmo e gli dei in un unico grande
afflato poetico. dopo avere prodotto nei suoi primi 36 anni di vita alcune
delle liriche più immortali della letteratura, e alcuni dei saggi più lucidi
della poetologia, holderlin perse il senno, e passò i successivi 36 anni nella
stanza di un torre sul fiume neckar, ospitato dal falegname zimmer. apostrofava
i rari visitatori con titoli deliranti, scriveva poesie firmandosi scardanelli
e datandole nei secoli passati, e si esprimeva in un linguaggio inventato e
incomprensibile agli uomini.
l’amore l’aveva trascinato con la sua forza fuori dai binari
della normalità, in uno spazio ignoto agli altri e a se stesso, da cui non
tornò più indietro. era lo spazio degli astri, lo spazio governato dalla logica
dell’infinito...
Commenti
Posta un commento